Arrestato, entra in carcere con trenta ovuli di cocaina La polizia penitenziaria: «La droga sarebbe stata spacciata» alla DOZZA

06.05.2013 21:37

alla dozza

Arrestato, entra in carcere con trenta ovuli di cocaina

La polizia penitenziaria: «La droga sarebbe stata spacciata»

BOLOGNA -

La polizia penitenziaria e il medico della Dozza di Bologna hanno evitato l'introduzione di droga all'interno del carcere, insospettendosi - dice il segretario regionale del sindacato CO.S.P Domenico Marigliano, che durante le procedure di primo ingresso con visita medica per ubicare il detenuto , i colleghi notavano il nervosismo un uomo di origine nigeriana, arrestato domenica per droga all'aeroporto di Bologna. per tanto il medico ha disposto una visita urgente in ospedale , ma prima di uscire l'uomo ha chiesto di andare in bagno perche' aveva forti dolori allo stomaco.Gli Agenti della penitenziaria sapendo che poteva essere una scusa lo hanno Invitato a farlo in loro presenza , e di fatti l'uomo ha espulso 22 ovuli, contenenti pare cocaina, visto che era stato arrestato per lo stesso motivo. In attesa degli esami, è stato condotto in ospedale con urgenza e dalla radiografia è emerso che all'interno aveva altri ovuli che, per sua stessa ammissione, ha confermato che erano altri undici. Con il pronto e professionale intervento dei colleghi della penitenziaria e del personale sanitario, si e' bloccata una entrata massiccia di droga all'interno dell'istituto penitenziario della dozza e inoltre si e' anche evitata una tragedia al detenuto perche' se quegli ovuli scoppiavano all'interno dello stomaco gli causavano una morte certa. Per far si che queste situazioni non succedano piu' e' necessario

«INTENSIFICARE I CONTROLLI» -

«Si tratta di uno dei tanti modi in cui la droga entra carcere - dice Marigliano - Sarebbe stato davvero grave se tutto quel quantitativo di droga fosse entrato nel carcere della Dozza, dove sarebbe stato sicuramente spacciato ed usato. È opportuno intensificare sempre di più i controlli e dotare la polizia penitenziaria di tutti i mezzi necessari, come le unità cinofile, previste dal 1995, ma presenti in poche regioni, tra queste non c'è l'Emilia Romagna. I tossicodipendenti presenti nelle carceri italiane sono il 25 per cento della popolazione detenuta».